11 Giugno 2018

“Trattoria al Cacciatore”, alla Subida per una cena speciale

Tra tradizione, territorio e stagionalità ecco le proposte della casa

Vi ho appena raccontato la mia esperienza tra le colline del Collio e la grande ospitalità della Subida. Siamo sempre a Cormons e oggi voglio dedicare un focus alla Trattoria al Cacciatore.

Tutto nasce qui, nel 1947, quando il papà di Josko compra questa casa e la trasforma in una piccola osteria; le cose cambiano e quel semplice ritrovo di paese si trasforma pian pianino in una splendida location dal sapore rustico ma elegante. L'ultima sala rifatta, perché la Trattoria al Cacciatore si compone di più ambienti, accoglie un caminetto e delle splendide vetrate con affaccio sul verde: vi sembrerà di mangiare all'aperto! Fil rouge resta la passione per la caccia che si rispecchia in ogni angolo del locale ma in chiave più moderna.

La squadra che scende in campo ogni giorno (tranne nei giorni di chiusura, il martedì e il mercoledì) è composta da una grande famiglia; a capo della cucina c’è Sandro Gavagna, genero di Josko nonché marito di Tanja, che gestisce la sala insieme alla mamma Loredana e al fratello Mitja. Ovviamente non sono soli ma hanno altre braccia su cui contare per garantire un servizio impeccabile. Perché qui si comincia con le colazioni e si finisce la sera...un gran lavoro fatto a regola d'arte.

La cucina si richiama alla tradizione e ai sapori del passato ma viene reinterpretata «in chiave moderna - sottolinea Sandro - perché se dovessimo mangiare come una volta probabilmente non riusciremmo ad alzarci da tavola! Non siamo più abituati ad assaporare piatti conditi in maniera pesante: qui anche la buona brovada e muset, tipico piatto del Friuli, diventa leggero e delicato ma senza rinunciare al gusto di una volta».

E la mia esperienza in questo luogo inizia proprio con sapori delicati ma decisi al tempo stesso. Il saluto, una ricotta salata con sclopit e polenta, mi introdurrà all’antipasto vero e proprio, un carpaccio di capriolo con kren e frutti di bosco e degli ottimi bocconcini di zucchine su sciroppo di sambuco e anelli di cipolla dorata.

Una poesia di sapori! Devo ammettere che questi tre fagottini sono ancora nei miei pensieri 🙂 lo sciroppo di sambuco (che preparano ovviamente loro con i fiori spontanei che trovano nel bosco) era qualcosa di realmente incredibile. Poi, se mi seguite, sapete quanto io adori questo fiore e quante cose ami prepararci tra sciroppo e frittura in pastella. Così non lo avevo mai gustato...ed è delizioso.

Vogliamo parlare dei primi? I girini di pasta all’uovo (come gli spätzle, per farli bisogna calare l'impasto nell’acqua calda) serviti con funghi porcini, zucchine e fiori di zucca. Ottimi sia nella loro presentazione che nel sapore.

Sulla scia della tradizione friulana ecco i biechi, un ritaglio di pasta con farina di avena presentati con la primavera: piselli ed asparagi. Un piatto delicato che sposa perfettamente la stagionalità ed il territorio.

E poi? In lontananza vedo arrivare qualcosa che mi fa andare in brodo di giuggiole. Eh sì, ho un grande problema, sono terribilmente emotiva e tendo ad emozionarmi per le cose più strane. Magari non riesco a farlo per le consuete e classiche situazioni, ma mi commuovo senza difficoltà davanti ad un piatto di ZLIKROFI! Qualcuno di voi penserà che sono esagerata...ne sono consapevole e spesso mio figlio o chi mi sta vicino me lo fa notare. Ma alle emozioni non si comanda, arrivano dritte dritte come missili e non si riescono a controllare. Ed è così che mi ritrovo con l'occhio lucido; inizio a guardare il soffitto con la speranza che questo non accada davanti alla gente che non mi conosce e che mi prenderebbe per SQUILIBRATA.

Riesco a far rientrare quella goccia d’acqua salata all’interno della palpebra per un non so che, ed ecco che ancora sfocati li guardo…i miei Zlikrofi! Loro hanno la forma, il profumo ed il gusto della mia infanzia, di quando con mamma e nonna si andava ad Idrija in gita la domenica; questo è infatti un piatto tipico di quei luoghi. Averli riassaporati alla Subida è stato per me un regalo più prezioso di un gioiello.

Per chi non li conoscesse sono dei tortelli ripieni di patate, erba cipollina, maggiorana, prezzemolo ed erbe fini, solitamente conditi con un sugo di carne.

Dopo la tradizione ecco qualcosa dai sapori tipicamente italiani (e pure dai colori!). Gli agnolotti di burrata e menta con pesto di sclopit e ristretta di pomodoro. Un piatto realmente molto delicato e leggero, dal sapore fresco.

Un piccolo sorbetto con aceto di Sirk, ovviamente produzione della loro acetaia, con miele e un goccio d’olio d’oliva vi pulirà il palato e lo preparerà all’arrivo del secondo!

Due carni spettacolari, il filetto di cervo con uova di trota e pistacchio e il petto di faraona con finocchio selvatico, rucola e ciliegie delle campagne di Cormons, saranno i tipici piatti di cacciagione che troverete qui.   Perché ancora una volta la tradizione del passato non si abbandona, ma si porta stretta stretta dietro reinterpretandola con rispetto e modernità.

Su delle corna (ebbene sì) sono state adagiate due buonissime fragole con cioccolato e il predessert: una mousse di fragole con aceto e sciroppo di sambuco.

No, non è finita. C'è pure un gelato allo yogurt con miele e noci, e ancora tre piccole creme catalane: una con cardamomo, una con lavanda e la terza con grappa.

Insomma amici, che dire? Quando rimani a bocca aperta nel vero senso della parola...non c'è altro da aggiungere! Per me che amo la tradizione, i sapori di una volta, la convivialità, il particolare, ogni cosa qui ha soddisfatto il mio appetito. I sapori hanno saputo appagare a pieno la mia esperienza, il mio ricordo e le mie emozioni.

Ora è arrivato il tempo di coricarmi nella casa del bosco qui in Subida. Il sogno continua...

Outfit Etre Concept Store

Ph. Tanja Tuta

 

 

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