10 Febbraio 2020

Il Carnevale tra storia e tradizioni antiche

Alla scoperta di questa festivitĂ  tra Slovenia e...Serbia

...dal panettone alle frittole è un attimo 🙂 Ebbene sì, il Carnevale si sta avvicinando e con lui arriva il mio articolo d’ordinanza dedicato a questa festa! Quest’anno ho però deciso di raccontarvi nel dettaglio ciò che avviene fuori dall’Italia...eh no, niente spoiler. Dovete armarvi di pazienza e leggere il mio racconto.

Inizio con una semplice domanda. Quanti di voi sanno perché il Carnevale si chiama proprio così? Il suo nome viene dalla locuzione latina (professoressa MissClaire!) carnem levare, ovvero privarsi della carne: un chiaro riferimento all’ultimo banchetto che, secondo la tradizione, si teneva il giorno prima di entrare nella Quaresima. Ecco perché queste due festività, Carnevale e Pasqua, sono strettamente connesse tra loro, tant’è vero che il mercoledì delle Ceneri, termine dei festeggiamenti,  segna proprio l’inizio della Quaresima, periodo votato alla spiritualità e ad una certa sobrietà.

Nella vicinissima Slovenia il Carnevale è noto come Pust, festa di origini pagane intrecciatasi alla religione: la sua storia, non voglio ripetermi, guarda all’usanza diffusa nel mondo contadino di festeggiare la fine dell’inverno e il principio della bella stagione. Dovete sapere che in Slovenia si tratta di un appuntamento molto sentito! Le maschere, spesso davvero spaventose, avevano il compito di scacciare l’inverno e preparare la terra ad un nuovo ciclo vitale.

Oggi, inutile dirlo, il Carnevale non è più una mera festa rurale: le maschere sfilano in quasi tutte le città slovene, eppure resta viva la possibilità di rintracciare qualcosa di più tradizionale 🙂

Che dire per esempio del Carnevale di Ptuj, stupenda cittadina medievale a circa duecento chilometri da Trieste? Avete mai sentito parlare del Kurentovanje, l’evento di punta a Ptuj? I Kurent sono le spaventose maschere che animano questa festa: si tratta di pesanti costumi in pelle di pecora sui quali vengono applicati dei campanacci. I Kurent portano inoltre non solo calze colorate e grandi stivali, ma pure una maschera in cuoio che copre integralmente il viso. Sono alquanto tenebrosi! Le aperture per occhi e bocca sono contornate di un acceso colore rosso, hanno il naso che ricorda quello di un lupo e una lunga lingua rossa che arriva sino al petto. Si tratta di antichissime figure che arrivano dal mondo pagano, più precisamente nel periodo che ha visto il cristianesimo giungere in Slovenia. Trovano un riscontro con altre maschere simili diffuse, pensate un po’, in Ungheria, Bulgaria, Serbia e Croazia.

Qui trovate tutte le informazioni del caso sul Carnevale di Ptuj 2020

ph. Erik-SĚŚkoliber

Anche Cerkno merita di essere citata in questo articolo, poiché celebra un Carnevale davvero d’eccezione. Qui non ci sono i Kurent ma i Laufarji, figure che indossano una maschera di legno mettendo in mostra gli aguzzi denti da cinghiale: portano infine un abito fatto di muschio. La tradizione vuole che questi terribili personaggi visitino le abitazioni dei paesini della zona, ricevendo in omaggio offerte succulente come salsicce, grappa e salami. A Cerkno nell’ultima domenica di Carnevale si tiene il processo al Pust; l’evento si svolge nella piazza principale del paese e il Pust viene appunto giudicato per i suoi crimini. Verrà giustiziato nella giornata del martedì grasso al termine dell’ultima danza dei Laufarji. Che tradizioni meravigliose…

Per il programma completo date un’occhiata qui

Passiamo ora a Cerknica dove, dal monte Slivnica, scendono le streghe e gli stregoni che lo popolano durante l’anno: a guidarli c’è la regina Ursula. Diavoli, streghe e creature mostruose girano per le strade di Cerknica assieme ai Butalci, esseri imbranati e tonti (ebbene sì) che portano una ventata di divertimento e spensieratezza.

A questo link maggiori dettagli

E adesso cari miei vi porto in Serbia, più precisamente nel villaggio di Lozovik. D’accordo, sto sforando un po’ rispetto alla Mitteleuropa...ma ci tengo davvero tanto a raccontarvi cosa accade in questo fantastico paese durante il periodo di Carnevale. Qui sette settimane prima dell’inizio della Pasqua cristiana si celebra il Bele Poklade (Carnevale bianco), festività che affonda anch’essa le sue origini in antichi riti pagani; qui, vestiti con pelli di animali e con il volto coperto da terrificanti maschere, i bimbi vanno di casa in casa chiedendo in dono dolci e uova fresche che raccolgono in un cestino di vimini. Le maschere, come vi dicevo prima, ricordano quelle dei Kurent e vengono assemblate utilizzando lana, piume e persino le “carcasse” di zucca 🙂 Il Bele Poklade si conclude con una danza attorno al fuoco, rituale di purificazione che, oltre ad allontanare la negatività, scaccia gli spiriti maligni.

...ah, dimenticavo. Si chiama Carnevale bianco perché in questo periodo uova e latte sono ancora concessi a tavola.

Che dite? Vi è piaciuto questo piccolo viaggio alla scoperta di un volto forse meno noto e popolare del Carnevale? Niente stelle filanti, niente maschere di eroi moderni e coriandoli. Ho scelto di raccontarvi solo la tradizione: semplice, pulita e degna di essere preservata.

A presto amici miei 🙂

 

 

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