21 Settembre 2017

Una domenica pomeriggio al museo

Da non perdere la mostra del fotoreporter Robert Capa

Qui non smette di piovere, ma per fortuna ci sono in città un sacco di cose da fare e da vedere.

Oggi ho deciso di salire sul colle di San Giusto e vistare la mostra di Robert Capa al Museo AIM – Alinari Image Museum. Fotoreporter famosissimo per i suoi scatti da diversi fronti di guerra e per il suo modo di raccontare cosa sta succedendo da “dentro”, Capa ti trasporta nel mezzo del conflitto (cosa che gli è costata la vita, avendo calpestato una mina anti uomo durante la guerra in Indocina nel 1954).

Robert Capa è solo un nome d’arte, ispirato al nome del famoso regista hollywoodiano Frank Capra, che l’ungherese  Endre Friedmann (nato a Budapest il 22 ottobre 1913) decide di prendere per diventare un prestigioso fotografo americano.

Le 35 foto originali esposte raccontano gli anni della Seconda Guerra mondiale in cui era corrispondente di guerra in Italia (nel biennio 1943-44) e ritraggono lo sbarco degli Alleati dalla Sicilia ad Anzio, con uno sguardo dettagliato della vita dei soldati e dei civili.

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Sono passati settant’anni ma sembrano foto di un altro mondo: i visi delle persone scavati dal dolore e dalla fame, gli abiti polverosi e poveri, la semplicità delle abitazioni e in generale della vita di quei luoghi.

Capa ti trasporta alla posta centrale di Napoli distrutta da una bomba a orologeria o al funerale dei bambini uccisi durante le Quattro Giornate di Napoli, o sulle montagne intorno a Montecassino, dove le persone scappano dai combattimenti. Attraverso l’empatia questi scatti riescono a farti capire cosa stanno provando quei volti e quei corpi.

Anziana donna tra le rovine di Agrigento, 17-18 luglio 1943 - Photograph by Robert Capa. © International Center of Photography/Magnum – Collection of the Hungarian National Museum

Anziana donna tra le rovine di Agrigento, 17-18 luglio 1943 - Photograph by Robert Capa. © International Center of Photography/Magnum – Collection of the Hungarian National Museum

Soldati americani a Troina, nei pressi della cattedrale di Maria Santissima Assunta, dopo il 6 agosto 1943 - Photograph by Robert Capa. © International Center of Photography/Magnum – Collection of the Hungarian National Museum

Soldati americani a Troina, nei pressi della cattedrale di Maria Santissima Assunta, dopo il 6 agosto 1943 - Photograph by Robert Capa. © International Center of Photography/Magnum – Collection of the Hungarian National Museum

Non perdetela questa mostra, perché oltre a queste foto (che provengono dalla serie Robert Capa Master Selection III conservata a Budapest e acquisita dal Museo Nazionale Ungherese nel 2008), è presente un'ampia selezione di immagini digitali, con postazioni multimediali e interattive che piaceranno ai grandi e moltissimo ai bambini: un visore ti trasporta grazie alla realtà virtuale direttamente in trincea, durante un combattimento, tra aerei, carri armati ed esplosioni che sconquassano, mentre in un’altra sala basta infilare gli occhiali 3D per vedere in dettaglio mezzi di trasporto e armi usati durante la campagna in Italia.

L’apertura della mostra è stata prorogata fino al 26 Novembre (dalle 10 alle 17 tutti i giorni, tranne il lunedì), quindi….ecco una valida alternativa a delle domeniche di pioggia passate davanti alla televisione!

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Massimiliano Pinucci, MbVision

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Massimiliano Pinucci, MbVision

Fabrizio Giraldi -©International Center of Photography/Magnum - Collezione del Museo Nazionale Ungherese

Massimiliano Pinucci, MbVision

Condividi l'articolo

Ti potrebbe interessare anche:

Punta San Vigilio

Un paradiso sul Lago di Garda
Per i miei soliti viaggi di lavoro, lo scorso anno, ho scoperto un paradiso Punta San Vigilio, un borgo costruito…
Scopri altro

Jota: minestra di crauti acidi, fagioli e patate

La prima testimonianza risale da un documento cividalese del XV secolo!
Sono mesi e mesi che la nostra MissClaire mi chiede di prepararle la Jota per la rubrica food, ed ho…
Scopri altro

Sapori del Carso, la tradizione culinaria locale si mette in mostra

L'iniziativa si prepara a tornare in scena ad agosto in occasione delle Nozze Carsiche
I profumi e i sapori di un tempo tornano a mettersi in mostra in occasione di Sapori del Carso/Okusi Krasa,…
Scopri altro

Epifania 2017: appuntamento con i pignarûl (i falò propiziatori) in Friuli Venezia Giulia

Una tradizione molto sentita e celebrata in regione
In Friuli Venezia Giulia durante il periodo dell’Epifania, precisamente nelle giornate del 5, 6 e 7 Gennaio, si celebra una…
Scopri altro