3 Maggio 2025

Trieste, città di luce e letteratura: un viaggio tra libri, sapori e poesia

Passeggiata sentimentale tra le rive triestine con Biagio Marin, ricette storiche e un museo che celebra la grande tradizione letteraria della città

Eccoci a Trieste. Non è stato facile racchiudere in poche righe una città così sofisticata, allegra, luminosa e piena di fessure che contengono i dettagli della sua storia, millenaria e densa. Però non vedevo l’ora di portartici! Quindi andiamo.

Quando siamo stati a Gorizia, ho utilizzato le pagine scritte da un gradese per accompagnarti fra le sue vie; fortunatamente, Biagio Marin ha dedicato un libro anche ai luoghi di questa città: Strade e rive di Trieste (pubblicato nel 1967 da Vanni Scheiwiller, riedito nel 1986 dalle edizioni All'Insegna del Pesce d'Oro e poi nel 2018 dalla Libreria Editrice Internazionale Italo Svevo). Grazie a questo volume mi sono persa e ritrovata dentro una città vissuta e descritta nel 1957, ho rintracciato palazzi e aneddoti, targhe commemorative opache e scorci (sul mare e sul Carso) ormai coperti. Non ho cercato le persone che lui nomina, ma le ho intraviste, in lontananza, girare l’angolo.
Inoltre, lo scrittore ci svela anche alcuni indirizzi di suoi colleghi: se desideri un selfie con Stuparich o l’autografo di Slataper, qua trovi i citofoni dove andare a suonare!
Nel volume dedicato a Gorizia, sono evidenti la delicatezza e la tenerezza dello sguardo infantile con cui Marin la vede e la vive in quegli anni a cavallo dei due secoli. In questo libro, invece, la poesia si mantiene, ma si percepiscono l’acceso dolore e la velata amarezza che la vita gli ha riservato.

Per parlare del cibo di questa profumata città, mi sono affidata (su consiglio di Chiara) alle parole de La cucina triestina (scritto da Maria Stelvio nel 1927 e attualmente pubblicato da Luglio Editore nella sua ventesima edizione; anche se io ho consultato la sua quindicesima edizione del 1987 pubblicata da Edizioni Italo Svevo Trieste, mentre Chiara ha una quarta edizione, appartenuta a sua nonna Fancy).


Dai numeri che ho dato si capisce bene come questo sia un volume molto amato dai triestini che continuano ad acquistarlo e a utilizzarlo: nel corso di un secolo ha subito alcune modifiche relative soprattutto agli strumenti da utilizzare e ad alcuni consigli sui costumi (ovviamente) modificati nel tempo, ma le ricette e l’impostazione rimangono quelle originarie. Ecco quindi che un glossario e varie spiegazioni (sui metodi di cottura e sulle attrezzature) precedono le 14 sezioni in cui è diviso il volume: sfogliandolo, si scopre una cucina molto variegata e ricca, non solo di mare (anzi) e non solo mitteleuropea (come potremmo aspettarci), e comunque moderna. Se stai pensando di cucinare un menù con ostriche alla russa, canapè alla zingara, zuppa Parmentier, Paparot, Schinkenflecken, pedoci alla griglia, Gulasch, chifeletti e fave: qua trovi tutte le informazioni che ti servono.

E poi. E poi dovevo scegliere un romanzo. Un romanzo che raccontasse Trieste o che fosse stato scritto da un triestino. O entrambe le cose. Non ce l’ho fatta: non ho potuto scegliere un nome a discapito di tutti gli altri. Così ho proposto a Chiara di inserirli tutti. E lei ha accettato. Quindi, invece di parlarti di un terzo libro, ti parlo di un luogo: il Museo Lets – Letteratura Trieste, il museo che Trieste ha dedicato alla sua letteratura, ovvero a tutti i suoi scrittori e a tutti i libri che parlano di Trieste. O a Trieste.
È stato inaugurato lo scorso settembre e si trova al piano terra di palazzo Biserini, in piazza Attilio Hortis, una zona incantevole della città.
Al suo interno troverai i volti degli scrittori, i loro libri, un po’ dei loro oggetti, e alcune voci registrate. Ci sono aneddoti su luoghi e incontri, ritagli di giornale e pacchi di lettere, agende e spezzoni di film. I tre musei dedicati a Italo Svevo, James Joyce e Umberto Saba sono ora ospitati qua. Inutile dirti che quando sono a Trieste, ci faccio spesso un giro.
Trieste è riconosciuta a livello mondiale come centro di ricerca scientifico: entrando qua ti renderai conto di come si possa definire anche “Città della letteratura”.

Ti saluto con una espressione di Biagio Marin, augurandoti di ritrovare la poesia che lui coglieva da questa città: “Movente di questo itinerario è l’amore a questa città drammatica e fascinosa, che tutti i suoi scrittori e tutti i suoi poeti hanno amato e cantato.” (Strade e rive di Trieste, pagina 20)

Corinna Sabbadini

LIBRI

B. Marin, Strade e rive di Trieste, Libreria Editrice Internazionale Italo Svevo, Trieste, 2018.

M. Stelvio, La cucina triestina, Luglio Editore, Trieste, 2022.

Museo Lets – Letteratura Trieste, piazza Attilio Hortis 4, Trieste.

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