13 Giugno 2024

Piera 1899: terza generazione per i vini del Friuli Venezia Giulia

A San Quirino per scoprire una “Cantina diffusa” davvero particolare

Questo è un articolo tutto al femminile. Perché a condurmi in questa avventura sono due donne: Piera e il suo braccio destro Anna. Mi trovo a San Quirino, in provincia di Pordenone, in perfetto equilibrio a mezz’ora dal mare e dalle montagne, immersa in questo anfiteatro pazzesco. Una zona ricca di biodiversità. Un esempio? Forse non tutti sanno che…qui si trova pure una steppa.

Ebbene sì, non avete letto male e non sono in Russia: sto parlando della steppa dei Magredi, formatasi grazie all'azione di due fiumi, il Meduna e il Cellina che, trasportando detriti dalla montagna, hanno creato un’area arida e sassosa. Al di sotto dei Magredi scorrono infatti questi due corsi d’acqua e tutta la zona si allaga in periodi di piogge persistenti.

Un luogo interessante, quasi unico in Italia, anche dal punto di vista della flora e della fauna. E il merito è dovuto alla vicinanza con le montagne, che spingono i rapaci a scendere in pianura alla ricerca di prede. Sì, ok, basta Geo & Geo.

Ma è proprio qui, in questa terra arida, che nel 2001 Piera ha voluto mettere radici. Nata e vissuta a Padova, nel 1992 riceve il passaggio di testimone da suo padre; la volontà è quella di portare avanti l’azienda di famiglia, …..arricchendola a livello qualitativo. E vede nel vicino Friuli Venezia Giulia un grande potenziale.

Nel 2001 sceglie San Quirino e la zona delle Grave per sviluppare il suo progetto di “Cantina diffusa”. Qualcuno meno esperto dirà “ma che significa”? Semplicissimo. La cantina si trova in un luogo, mentre i vigneti sono sparsi nel territorio della Regione, a copertura di diverse Doc. Una scelta mirata a portare in bottiglia tutte le peculiarità di un’area così variegata, nell’ottica di valorizzare a pieno la bio diversità.

Ed è qui che ho avuto modo di assaporare diversi vitigni della linea Terre Magre. Questi vini, provenienti dalle zone del Friuli Grave, nascono da suoli difficili e asciutti dei Magredi (i terreni alluvionali plasmati dai torrenti) e riescono a sprigionare profumi inconfondibili. Terre Magre racconta il mosaico enologico del Friuli Grave e ne valorizza le potenzialità, spaziando dai bianchi con l’autoctona Ribolla gialla, il Pinot grigio e gli internazionali quali Sauvignon, Chardonnay e Traminer, passando attraverso i rossi con  Refosco dal peduncolo rosso, e poi ancora Pinot Nero, Merlot e Cabernet Sauvignon e Franc.

Vini freschi affinati in acciaio, alcuni dei quali proposti anche con una breve macerazione sulle bucce di alcuni giorni. La loro etichetta è una fotografia del territorio: il taglio irregolare della parte alta rappresenta le dolomiti friulane, il rilievo orizzontale racconta i filari di vigneto, mentre le due linee in lamina orizzontali simboleggiano i fiumi e la parte finale liscia parla del mare Adriatico. Passandoci sopra la mano, nella sua ruvidità si percepisce il suolo ricco di sassi. Un vero racconto. La freschezza, la mineralità e i profumi della Regione vengono espressi a pieno nel bicchiere.

La cantina è attenta alla sostenibilità dei processi e alle scelte produttive mirate al minimo impatto ambientale, tanto che a partire dagli anni Novanta ha introdotto una linea di vini biologici, facendo da apripista alle tendenze più attuali di consumo.

Insomma, che dire…se volete provare un’esperienza ricca di territorio nella steppa del Friuli Venezia Giulia, vi consiglio di fare un salto da queste parti e una puntatina da “ La Sartoria Vini”, come ama definirla Piera, proprio all’entrata della cantina.

Cin-cin amici, à la santé!

Foto Jessica Zufferli

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