16 Giugno 2022

Collio: relax and enjoy!

Tre giornate immersa tra i filari in un’esperienza unica

A, B, C come Collio! Ebbene sì, sono stata ospitata dal Consorzio Collio per vivere l’esperienza “Risveglio dei Sensi”, una manciata di giorni immersa tra i filari di vite per conoscere ed approfondire i vini bianchi del territorio (ma ci è scappato pure qualche bicchiere di rosso).

Prima di calarmi nel racconto preciso che questo pacchetto è stato organizzato per gli addetti del settore comunicazione, ma il Consorzio Collio è sempre disponibile ad aiutare chiunque fosse interessato a vivere delle esperienze simili, offrendo supporto attivo con tanto di numeri di telefono delle cantine, orari di apertura, itinerari e via così. Organizzare un tour eno (ma anche gastronomico, suvvia) sarà semplicissimo.

E ora, vai con ...  Friulano, Ribolla Gialla e Malvasia sono i vitigni autoctoni che troverete più spesso nelle cantine: a questi si affiancano i più internazionali Pinot Grigio, Pinot Bianco e Sauvignon. C’è poi un progetto molto ambizioso del Consorzio di Tutela, il Collio Bianco: frutto dell’assemblaggio di uve diverse, ha in sé tutte le caratteristiche della sua terra e dei suoi produttori. Pazzesco.

Oddio, sì lo so. Ho iniziato dal bicchiere perché volevo fare un ingresso a bomba…mi sembra però il caso di raccontarvi qualcosa in più su questi luoghi, perché in effetti non tutti sanno qual è il Collio, prima zona del Friuli Venezia Giulia a ricevere la Doc, alias la denominazione di origine controllata. Bisogna infatti stare attenti a non a scivolare sui Colli Orientali o nell’Isonzo (che hanno altre Doc). Non mescoliamo le cose. La Doc del Collio sta tra il fiume Isonzo, il torrente Judrio e la corona delle Alpi Giulie.

In sostanza tutta la parte collinare e NON QUELLA IN PIANURA! Sono stata, scusate il gioco di parole, sufficientemente chiara?

La qualità dei vini prodotti in quest’area dipende da svariati fattori che consentono una viticoltura di pregio: un microclima perfetto ed unico per ventilazione ed escursione termica, i pendii che aiutano l’esposizione al sole e la “ponca”, il caratteristico terreno del Collio fatto di marne di origine eocenica.

Nei giorni di degustazioni io e i miei compagni di viaggio siamo stati stimolati a risvegliare i cinque sensi per cogliere a pieno le diverse filosofie espresse dai vari viticoltori. Uno stesso vitigno può infatti presentarsi nel calice con vibrazioni infinite, raccolto tardivo, affinamenti in botti, inox, anfore, ovetti, macerazioni più o meno spinte…insomma, un’infinità di varianti nel processo di trasformazione che porteranno risultati diversissimi al di là dello stesso punto di partenza.

 

Non sarò forse la persona più adatta per parlarvi di enologia, ma volevo semplicemente darvi una leggera infarinata prima di friggere alla corretta temperatura! Perché in questi milletrecento ettari di Collio non troviamo “solamente” 300 produttori - tra viticoltori e imbottigliatori - ma scopriamo anche eccellenze della gastronomia, in perfetto abbinamento con i vini. E questo significa una sola cosa.

Che per vivere l’esperienza a trecentosessanta gradi bisogna immergersi tra queste dolci colline che ospitano antichi vigneti, piccoli borghi, riserve naturali boschive e tanto ancora.

Il mio consiglio è dunque quello di fare un bel giro che vi porti a curiosare non solo nelle cantine, ma anche il territorio circostante che è un tutt’uno con ciò che degusterete nel bicchiere. Potrete farlo su una vespa noleggiata, in sella a una bici o, perché no, a cavallo. Se vorrete prendervela più comoda non preoccupatevi, troverete una moltitudine di bed and breakfast dove pernottare: considerate poi che moltissime cantine hanno inaugurato negli anni zone riservate all’ospitalità, suggestive e genuine al tempo stesso.

Io dico che questa non è un’esperienza da farsi scappare. A come amore. B come bicchiere. C come Collio.

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